Con quello sguardo severo,a volte silenzioso eppure un tempo eri il mio idolo.
Era una conquista sedersi sulle tue ginocchia.
Ti ho amato,come solo una figlia può amare suo padre,eppure a volte oggi sembra solo un ricordo.
Resta viva la paura di essere inferiore alle tue aspettative,la stessa paura che mi ha resa insicura,
Mi hai cresciuta tarpando le mie ali
pur lasciandomi la libertà di sbagliare.
Non hai mai accettato il mio carattere indomabile,
la mia voglia di impare, di scalare quella parete fatta di onori e oneri che per te erano solo cose da uomini.
Eppure eccomi qui, con la stessa voglia di abbracciarti forte e dirti
Ti voglio bene papà.
Siamo tutti pronti a combattere
contro chi ci vuole abbattere,
in noi regna la più bella speranza,
che non sarà mai, mai abbastanza,
perché noi mai ci arrenderemo,
con le nostre glorie rinasceremo.
L’Italia è leggermente in crisi,
colmiamola di immensi sorrisi,
l’Italia non è la peggior nazione,
se l’è cavata in ogni situazione.
Tra noi non dobbiamo fare la guerra,
perché l’Italia è la nostra madre terra.
Qui esistono le persone indulgenti
pronte a farci sentire assai contenti.
Siamo di sangue europeo e americano,
ma nulla nei fossi sarà gettato invano.
Un degrado può capitare dopotutto
perché l’egoismo regna dappertutto.
Tra le vie coperte di nero asfalto,
molti, forse troppi guerrieri in salto
hanno abbandonato la propria vita,
sapendo che in guerra sarebbe finita.
Viva, viva l’Italia del 1861, evviva!
Viva, viva l’Italia nostra, sempre viva.
Contro tutto e tutti sfideremo la morte,
il destino, la sfortuna e la nostra sorte.
Viva l’Italia con tutte le sue vittorie,
imprese, conquiste, gioie e glorie.
Ha scelto
la sua dimora
affondando le radici
nella terra aspra,
tra ciuffi d’erba
sparsi qua e là,
e dure pietre.
Ma non è
un albero
come tutti gli altri,
eretto,
teso verso il cielo.
Il vento,
di una potenza
inaudita,
ha piegato
nel tempo
i suoi rami,
che imperterriti,
han continuato
a crescere,
allungandosi
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Aspettiamo sempre che tutto finisca
Passivamente.
Non facciamo mai nulla,
Cerchiamo al massimo una via di fuga.
Ma io sono stufo,
Stufo di lasciarmi tutto scivolare dalle mani.
Dobbiamo combattere,
O almeno io devo
E voglio.
E lo farò.
Viltà
Oh maledetta e insidiosa paura!
Mi hai portato via la cura,
quella di allora
e questa di ora.
La vita non è uguale per tutti,
c’è chi mangia i semi e chi i frutti,
io mangio accanto al timore
e chissà come ne soffre il mio cuore.
Vorrei alzarmi e gridare,
chiudere gli occhi e scordare
l’attimo che mi colmò di tormento,
a causa di un errore fatto in quel momento,
eppure tutti sbagliamo,
ma non tutti ci angosciamo.
Oh quanto è bello il suono del vento!
Lo scruto come se fosse un portento,
il vento è libero come un uccello
ed io chiuso come un asinello.
Viltà, un giorno me la pagherai,
ti sconfiggerò e te ne pentirai,
sei la rovina di ogni essere umano
e nessuno ti vuole stringere la mano.
Alla morte darò la soddisfazione
di non aver vissuto con un’inclinazione,
ma un giorno il mio sogno realizzerò,
vivrò libero nell’aria quieta e volerò.
Non prego mai per te
o qualche volta si, ci provo.
Ma mentre va quel requiem
non seguo le parole.
Prego e ti penso.
Ripenso al tempo che non torna più,
la vita va, chissà quando finisce...
Io sono pronta ad un incontro nuovo
lassù, nel Cielo.
Tra le stelle
Come dicevi tu
Quando mi amavi tanto
Ed erano parole che andavano nel vento
Io ci credevo allora.
Sarà così alla fine!
Randa è 'na cagnetta eccezionale
Quanno ariva a Rascino se scatena,
Comincia a core, a fa' le capriole,
a fasse tutto er giro de la piana
co' l'eleganza de 'na ballerina.
Po, ' tutt'a 'n botto te fa' 'na sceneggiata:
come vede 'n cespujo fa' la punta.
Ce poi scommette che si guardi sotto
trovi sortanto 'va vipera defunta.
Se fermeno li cani pe' rispetto,
come se usa tra bestie de mestiere.
Dura quarche minuto 'sto quadretto,
poi ripijeno a core tutti quanti assieme.
Ar gioco de 'sta bestia lazzarona
li cacciatori ce so' abituati...
Pero' 'sti Cristi nu lo sanno ancora
che puro stavorta Randa l'ha cojonati.
E mo' che se ne va la compagnia
perché s'è fatto tardi e tocca anna',
cercamo Randa, ma è scappata via,
va a pijasse n'antro po' de libertà.
La vedi che veloce s'allontana,
è un punto nero, nun se vede più.
S'è persa tra li fiori de la piana,
un paradiso che vorresti tu.
E Alberto che se svocia pe' chiamalla,
"RANDA,VI E' QUA!".Quella manco pe' gnente
continua a fa' l'indiana.
Poi, quanno s'è decisa, finarmente
ecco che core e vola che pare 'na farfalla!
E quanno sta vicina, da lo sguardo
pare te voja di': "Scusate de' ritardo."
E s'accuccia tranquilla
tra Briciola e Camilla.
Io so' sicura che doppo tanta festa
puro 'n cane prega e dice a Dio:
"Signore, fa' che ritorni presto
'n'antra giornata come questa".
Ebbri attimi
scorrono come vino novello.
Diluvia sulle anime,
un concerto sul fuoco.
Le bocche son terre che si mescolano,
fiori che s'agitano,
nuvole che si confondono.
Prostrate all'Amor,
s'inchinano all'incanto.
E' solo un bacio !
Credo
in me stessa,
in queste mani, che hanno affondato nella terra di mio padre,
in questo corpo, che ha generato e non morrà in eterno,
in questi seni di sabbia su cui è soffiato il vento.
Credo
al mio cuore incoronato,
alla mia anima di velo,
al mio petto - che è un campo di battaglia -
dove a volte ho vinto
e tante volte ho perso.
La vita è fatta
di minuscole
gioie,
simili a
piccole gocce di rugiada
su un filo
d'erba.
Non è fatta
solo di grandi cose
come una
nascita o una morte,
una malattia
o una guarigione.
Ad ogni nuovo
giorno
accadono
semplici
piccole cose
tali da
meravigliarsi ad ogni ora.
Un momento di
relax,
dopo una
faccenda impegnativa,
sulla tua
poltrona preferita,
quella a
fiori viola.
Un sorso di
tè caldo,
quello che ti
piace tanto,
allo zenzero
e arancia,
mentre fuori
piove.
La vita è
fatta
di minuscole
gioie
che si
rivelano a chi sa scoprirle.
Come le
perle
di una
collana sfatta
tra le pieghe
di una sciarpa
di seta
azzurra.
Quella che
solo
di tanto in
tanto indossi,
perchè troppo
preziosa.
IL CONFINE
Esiste un confine tra le nubi e il cielo azzurro
Tra la Terra e l'infinito
tra il mio corpo e l'anima
Ed io uomo
al limite di ogni spazio sono
Sono
brusii inattesi
echi di carezze dentro conchiglie di giorni
disseminati nella sabbia di un passato
nei tuoi e nei miei occhi usci di desideri
raccontano di te amore caro e di me
anime tormentate
della tua storia e della mia
delle nostre paure, incertezze fatte di carezze
della tua anima che stringe la mia mano
il silenzio parlerà per noi
ridandoci il passato dimenticato.